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si estende su una zona pianeggiante del fiorente entroterra barese. La prima frequentazione della zona risale all’età del bronzo, quando in località “Pentimone” si stabilì un importante insediamento.
L’attuale paese venne fondato dal nobile mercante portoghese Michele Vaaz nel 1609. Il primo nucleo era formato da 87 abitazioni raccolte intorno alla torre Centuriona, l’odierno Castello Caracciolo. Nel 1619 il paese fu ripopolato e venne ribattezzato Casale San Michele. Il feudo venne governato dalla famiglia Caracciolo fino al 1806. La parte più antica è costituita dalle caratteristiche abitazioni denominate "vignali", monolocali in pietra voltati a botte, imbiancati a calce, ornati da una vite sull'uscio. Caratteristiche le maschere apotropaiche realizzate da maestri scalpellini su pietra locale, che spiccano sulle facciate di alcuni edifici per allontanare gli spiriti del male. Verso la periferia dell’abitato è presente un menhir preistorico.
Nel centro storico sono comprese risorse culturali di pregio:
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Costruzione di epoca normanna, nel 1609 venne acquistato da Michele Vaaz. Nel 1667 mutò il suo aspetto da piccola fortificazione medievale a vera e propria residenza signorile.
Nel 1779 passò alla famiglia Caracciolo di Vietri e nel 1860 fu sottoposto a lavori, che ne ridisegnarono il prospetto in stile goticizzante. Negli anni ’70 del ‘900 fu ceduto al Comune.
Attualmente ospita il Museo della Civiltà Contadina, fondato nel 1974 e intitolato al suo fondatore, il prof. Dino Bianco, attraverso gli oggetti esposti, permette di compiere un viaggio nel tempo alla scoperta dei cicli produttivi di grano, olio e vino e antichi mestieri.
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incastonata nel rione antico del centro storico, è aperta solo occasionalmente, sarà oggetto dei lavori di restauro dell’intervento candidato a finanziamento.
Fu costruita tra il 1615 e il 1632 sul sito di una cappella medioevale.
Di pregio gli affreschi, l’altare maggiore in pietra con postergale di legno dipinto, con al centro la Madonna con Bambino. La facciata, risale alla fine del XVII secolo.
Le altre attrazioni
Altra grande risorsa di Sammichele di Bari è il turismo enogastronomico,
al quale contribuisce notevolmente la “zampina”, insaccato di carni miste preparato, cotto e degustato all'interno delle locali macellerie, le quali attirano numerose comitive di avventori durante tutta la settimana. Alla zampina è legata una sagra che si svolge ogni anno l’ultimo sabato di settembre.
Sammichele è nota inoltre per le sue antiche tradizioni legate al Carnevale, con un fenomeno culturale che trova le sue radici nella tradizione popolare: i cosiddetti “festini”, serate danzanti con compagnie di maschere, regolamentate secondo un'antica disciplina.
Il territorio è una ridente distesa di vigne, ulivi, ciliegi e mandorli. Dal punto di vista paesaggistico, il comune ricade nel territorio della Lama Diumo, parte del reticolo idrografico di Lama San Giorgio.
In Contrada Canale, a poca distanza dal paese, sono ancora visibili i ruderi dell'Abbazia di Sant’Angelo in Frassineto, una stazione di sosta attiva dal XII al XVII secolo.